Author: Anders Ge.
A metà tra il banale e il ben congegnato, una scusa per offrire al pubblico bellissime donne, sexy e nude e un film di Russ Mayer sulla carta, Cannon è trash allo stato puro e, al tempo stesso, un capolavoro dell’illustrazione a strisce.
Raccolta di strisce del grande autore di fumetti Wallace Wood (Menahga, 17 giugno 1927 — Los Angeles 1981), da molti considerato uno dei migliori disegnatori americani di sempre, conosciuto anche con il nome di Wally, che però detestava, contrariamente a quello di Woody, con il quale firmò anche i suoi lavori.
Cannon è una fumetto per adulti, pubblicato tra il 1970 ed il 1973 su Overseas Weekly, rivista settimanale edita nella Germania Occidentale tra gli anni ’50 e ’70, destinata principalmente al personale militare di stanza in Europa e di cui venne prodotta anche una Pacific Edition durante la guerra del Vietnam.
Non sottostante alle regole del Comics Code, Cannon si permette un ampio margine di manovra nel mostrare la brutalità delle azioni e con facilità le donne restano senza un indumento addosso… praticamente sempre.
Editoriale Cosmo ha da poco portato nelle librerie italiane l’ottimo volume che ne ristampa le avventure, edito in America nel 2014 da Fantagraphics e ristampato quest’anno dopo essere andato out of stock.
Wallace “Wally” Wood
Protagonista delle strisce è John Cannon, un agente alle dipendenze della CIA, precedentemente catturato dai “rossi” che gli avevano fatto il lavaggio del cervello per usarlo come assassino, poi “salvato” dall’intelligence americana e programmato (ancora una volta) così da essere un agente perfetto, feroce, fedele e privo di emozioni.
Le storie sono “figlie” del loro tempo e non contengono sottotesto o finezze particolari, andando dritte al punto — anche per via della loro struttura in strisce settimanali — ma risultano comunque ancora piacevoli da leggere e mai troppo ripetitive, ma certo non si può affermare che siano il “piatto forte” della serie. Generalmente presentano qualche nazione “nemica” progettare qualcosa contro gli interessi dell’America che, di contro, invia il suo agente migliore a controllare e neutralizzare i propositi degli ostili.
Cannon, in un certo senso, è la risposta americana alla più famosa spia con licenza di uccidere di tutti i tempi, James Bond, l’agente 007 dei Servizi Segreti di Sua Maestà. Ma lui non è Bond, non ha minimamente la sua classe che sostituisce con la determinazione ed una buona dose di forza bruta.
Sparatorie, azioni sempre al limite, esplosioni e tanto machismo. Chi non manca mai (ma proprio mai), sono le donne. Bellissime donne, che non potranno far altro che cadere vittime del fascino — e tra le braccia — del super agente americano.
Buone o cattive che siano non ha importanza, sono sempre nude e questo pare non essere un problema per loro. In realtà qualche “vestito” lo indossano, ma potete stare certi che prima della metà di ogni storia l’avranno perso. Strappati nella giungla, persi durante un’azione, non importa come, i vestiti ad un certo punto spariranno.
Madame Toy (il nome è già un programma…), ad esempio, perversa agente cinese specializzata nella tortura e responsabile del primo lavaggio del cervello subito dal protagonista, resta (come minimo) in topless praticamente ad ogni sua apparizione.
Si tratta di una lettura veloce e la cosa non stupisce, dato che i principali destinatari della striscia erano i soldati americani di stanza nel mondo e, in modo particolare, nel Vietnam. Costretti a non vedere le proprie consorti o fidanzate per lunghissimi periodi, spesso in situazioni che potevano risultare fatali o di grande stress, avevano bisogno di “qualcosa” che li “distraesse” e ne alzasse il morale.
Cannon faceva esattamente questo.
Anche (e soprattutto) con una buona dose di donne (nude), sesso, eroismo e brutalità.
Torturato (nudo) da bellissime donne (nude), missioni sotto copertura, sparatorie, lotte con donne (nude), avventure “di letto”, inseguimenti, fughe nella giungla insieme a donne (che resteranno presto nude), morte, chirurgia facciale, azione e donne… nude.
Cannon resiste a tutto. Supera tutto. Vince tutto.
Non pensate però che si tratti di un fumetto comico, perché non c’è nulla di divertente in queste storie, o almeno nulla che potesse essere definito tale nei primi anni settanta e, anche se le motivazioni per cui le donne perdono i vestiti risultano pretestuose, alla base c’è brutalità e serietà.
Certo, si può pensare a Cannon come ad una una parodia, una sorta di anticipazione ante litteram di personaggi come il recente Jimmy Bastard di Garth Ennis (qui la recensione) o l’edonista egocentrico, ma estremamente abile nel suo lavoro, Sterling Archer della serie televisiva animata Archer. Personalmente, non penso che questo fosse l’intento del fumetto, specialmente considerando il pubblico a cui si rivolgeva.
Per quanto riguarda i disegni, invece, sono semplicemente fantastici e non c’è bisogno di aggiungere altro. Pur non avendo l’ampio respiro delle tavole dei comics, le strisce sono illustrate con estrema dovizia e sono un vero piacere per gli occhi. Del resto, Wallace Wood è stato uno dei più grandi disegnatori di comics americani, ma direi anche al mondo, indipendentemente da quello su cui si cimentava e qui il suo tratto e le sue chine sono impeccabili come lo era per i suoi fenomenali lavori, su tutti quelli per la EC Comics e la Tower Comics (fantastico T.H.U.N.D.E.R. Agent), ma anche DC Comics e Marvel Comics (sua la caratterizzazione del costume rosso di Daredevil nel numero 7 della serie, dove l’eroe non vedente si scontra con Sub-Mariner in uno dei numeri del diavolo rosso più iconici di sempre).
La rappresentazione del corpo femminile è elegante e mai volgare, ed è quasi spassoso vedere tutte le soluzioni che l’artista trova e sfrutta per inserire il massimo delle nudità possibili in ogni pagina, accompagnate da improbabili soluzioni atte a coprire i genitali (sia maschili che femminili) nei full frontal totali.
È vero che il fumetto non era soggetto al Comic Codes, ma non poteva comunque spingersi troppo oltre.
Probabilmente, una buona parte di quanto si vede in questo volume, non sarebbe proponibile ai giorni nostri — se non su autoproduzioni o nel circuito underground — senza andare incontro a critiche pesanti ed essere considerato offensivo, ma bisogna comunque tenere ben presente quando è stato realizzato ed a chi era principalmente diretto. In più, grazie alla sublime maestria di Wallace Wood nel disegnare mi risulta difficile criticare e soprattutto etichettare negativamente Cannon. Forse, affidato ad altri avrebbe potuto diventare il solito fumetto erotico di bassa lega, ma nelle mani di un artista come Wood assume tutta un’altra dimensione.
Chiariamoci, non siamo di fronte ad un capolavoro, ma comunque ad uno spaccato della storia del comics americano di genere degli anni settanta, destinato principalmente ai militari.
Le storie sono comunque divertenti da leggere e le parti erotiche sono sexy ma mai volgari.
Ad impreziosire il volume, ci sono poi le due storie del personaggio pubblicate sui due numeri della rivista “Heroes, Inc. Presents Cannon”, una delle prime pubblicazioni di fumetti indipendenti, usciti nel 1969 e nel 1976, che vedono i disegni a matita di un altro mito - ed indiscusso maestro - dei comics: Steve Ditko.
Cannon è epico trash allo stato puro, in una cornice artisticamente sopraffina. È come vedere un film di Russ Mayer (ma con la regia di Tony Scott) sulla carta, invece che su pellicola.
Parlando della sua striscia, l’autore disse: “ha sesso, violenza e orrore, è un successo garantito!”.
Le storie sono pretesti, a metà tra il banale e il ben congegnato, per offrire al pubblico bellissime donne, sexy e nude, che Wallace Wood, da grande artista illustrava superbamente, come il resto del fumetto.
Un volume imperdibile per tutti gli estimatori del grande artista americano, un recupero atteso da parecchio tempo. Un fumetto che a modo suo è un pezzo di storia dei comics americani e che ora, per ovvi motivi, sarebbe praticamente impossibile vedere su pubblicazioni mainstream. Certamente (e fortunatamente?) non politically correct, si fa leggere ancora bene — e senza “sensi di colpa”.
Cannon è un fumetto comunque interessante, che mette “a nudo” la dimensione violenta di alcuni personaggi maschili per affermare la propria virilità, ma che nonostante tutto riesce a non farsi prendere troppo sul serio e a divertire.
Sicuramente non per tutti, è una lettura decisamente maschile.
È una pellicola di James Bond o Jason Bourne ma con più scene di nudo e di sesso, che acrobazie, inseguimenti ed immancabili esplosioni.
Cannon
(Cannon - Fantagraphics, 2014)
storia e disegni: Wallace “Wally” Wood
con due inediti di Steve Dikto
Editoriale Cosmo
cartonato
bianco e nero
pag.296
2018