Author: Anders Ge.
L’irresistibile umorismo di Tèbo esplode in una delle migliori storie dei Puffi da molto tempo a questa parte. Una bédé scatenata e travolgente.
NB. Il fumetto recensito non è al momento disponibile in edizione italiana. La versione recensita è quella originale, in lingua francese.
Un Puffo si sveglia sul tetto di una casa e cade di testa. I Puffi che lo soccorrono si accorgono subito che non capisce assolutamente nulla di quello che gli dicono e che ha completamente perso la memoria. Appurato che non si tratta di un trucco di Gargamel (Gargamella), Grand Schtroumpf (Grande Puffo) si mette alla ricerca di un rimedio per fargli tornare la memoria. Nel frattempo, Schtroumpfette (Puffetta), Schtroumpf à lunettes (Quattrocchi), Schtroumpf Costaud (Forzuto) e il puffo sconosciuto, decidono di indagare mettendosi a seguire le tracce lasciate dal nuovo arrivato, cominciando dal tetto da cui è caduto. L’avventura ha inizio.
Dopo il successo ottenuto con Adieu Aaricia (2023), primo volume di Thorgal Saga disegnato e scritto da Robin Recht, Le Lombard, forte di un accordo con gli eredi di Peyo, torna al richiamo della bande dessinée “vista da…”, che propone personaggi noti in versioni più o meno alternative, con Qui est ce Schtroumpf ? (Chi è questo Puffo ?), primo volume della serie Les Schtroumpfs par… (I Puffi di…).
E chi poteva lanciare la nuova serie se non Tébo, già responsabile, nel 2016, del terzo volume della collana Disney Création originales di Glénat, lo strepitoso e frenetico La Jeunesse de Mickey (La gioventù di Mickey, Giunti, 2021 e tra poco ristampato da Panini)?
Frédéric Thébault, in arte Tébo, classe 1972, originario di Caen, in Normandia — dove tutt’ora vive — esordisce sulla rivista Tchô!, di Zep, Samson e Néon. Sui testi dell’amico Zep, realizza per Glénat l’irresistibile Captain Bicepis, una parodia dei super eroi — di cui Tébo è un grande fan — dalla quale è poi stata tratta una serie animata. È autore completo per Dupuis del mostruoso Raowl e delle sue divertenti storie ambientate in un mondo fantasy. Dal 2016 è uno degli artisti autorizzati ufficialmente alla realizzazione di storie con i personaggi Disney e realizza il fantastico La Jeunesse de Mickey. Successivamente, proprio a seguito dell’ottimo lavoro svolto con il topo Disney, IMPS (International Merchandising Promotion & Services ), la società che amministra i diritti degli Schtroumpf (i
Puffi) gli affida l’incarico di lanciare la serie de Les Schtroumpfs par… (I puffi di…), ottenendo totale e piena libertà sulle scelte artistiche e creative.
L’autore passa mesi a (ri)elaborare disegni e storia e il risultato finale è un fumetto eccezionale, che soddisfa e supera tutte le aspettative che aveva generato dal suo annuncio, cancellando in un colpo ogni dubbio riguardo l’opportunità di una visione alternativa dei popolari elfi blu creati da Peyo nel 1958.
A tutti quelli che temevano che il “trattamento” Tébopotesse essere esagerato e presentare un umorismo troppo sopra le righe, non adatto per i Puffi, dico subito di stare tranquilli, perché si tratta di una storia perfettamente puffosa, senza nulla di fuori posto. Anche i più fedeli ed accaniti lettori dei personaggi non avranno nulla da dire a riguardo.
L’essenza dei personaggi di Peyo è perfettamente rispettata e la reinterpretazione grafica è fantastica, nello stile di Tébo, ma sempre rispettosa e “gentile”, nonostante molto evidente. Anche se, come ha avuto modo di affermare in un’intervista, afferma di essersi “trattenuto sul lato cartoon, per non perdere quello carino”, i suoi Puffi hanno una caratterizzazione ben marcata. I corpi non sono più “paffuti” e dai “piedi enormi”, ora sono più “elastici”, braccia e gambe sono più fini, i volti un po’’ più grossi e gli occhi ora sono dei puntini neri.
Ci sono poi anche alcuni cambiamenti mirati:
Puffetta non ha più l’acconciatura di una bambola (via la permanente), non calza più scarpe con i tacchi ma delle comode ballerine — “nei miei fumetti tutti corrono”, dice Tébo — e ora è lei l’ispiratrice dell’azione. Occhialuto è meno “antipatico” e più positivo del solito e Forzuto è decisamente più grande e più forte dei suoi compagni (e anche un po’ più “tonto”). Ma state tranquilli, perché questi (ed altri) cambiamenti non intaccano minimamente la natura dei piccoli elfi blu.
La storia è molto divertente, coinvolgente e piena di sorprese. Come nella migliore tradizione delle storie d’avventura, c’è sempre qualcosa da vedere e s’incontrano molti personaggi interessanti. I dialoghi sono pungenti e le situazioni molto divertenti. Ogni tavola trabocca di umorismo, visivo o a parole, senza risparmiarsi dall’inizio alla fine della storia. Le piccole creature blu sono messe a dura prova con il nuovo arrivato che non capisce una parola di quello che dicono. L’idea del Puffo che non capisce la lingua dei Puffi funziona molto bene, anche se non totalmente inedita. Peyo l’aveva già trattata nel 1968, nel quarto albo della serie classica edita da Dupuis, L’Œuf et les Schtroumpfs (L’uovo e I Puffi), nell’episodio Le Faux Schtroumpf (Il falso Puffo) — l’albo ne contiene tre, i due appena citati e Le Centième Schtroumpf (Il centesimo Puffo) — in cui Gargamel (Gargamella), grazie ad una pozione di sua invenzione, si trasforma in un puffo a cui manca però la coda, che deve mettersi posticcia e, come se non bastasse, lo stregone non capisce assolutamente la lingua dei Puffi.
Peyo, al secolo Pierre Andrè Gabriel Culliford
Il disegno è straordinario ed elegante. Lo stile arrotondato e l’inchiostrazione delicata restituiscono un effetto molto grafico. I colori sono più chiari di quelli di Peyo, e i Puffi più azzurri. Nel complesso tutto è più luminoso, più primaverile. Anche l’impaginazione beneficia del trattamento Tébo, con l’utilizzo di vignette verticali su una pagina e orizzontali su due. Una soluzione diversa da quella tipica e “confortevole” delle storie classiche, ma decisamente molto più dinamica (la scalata dei quattro Puffi all’Albero del Millennio è un esempio perfetto).
L’albo è veramente molto spassoso e, nonostante sia un po’ più lungo del solito (56 pagine contro le 48 degli albi classici) non perde un colpo e si legge tutto d’un fiato.
La solidarietà dei Puffi e il loro buon cuore, alla base della loro forza, sono ben evidenziati dall’autore: che sia un monito per gli esseri umani, che hanno tanto da imparare dai piccoli elfi blu?
Nel finale scopriremo infine l’identità del Puffo smemorato e, come si suole dire, tutto è bene quel che finisce bene. Ma al ritorno a casa, una sorpresa attende il villaggio dei Puffi che… no, non ve lo puffo!
Che sia in arrivo un secondo volume? E se si, riprenderà da dove Tébo ha lasciato o sarà tutta un’altra storia? Questo non è ancora dato saperlo, ma il finale “aperto” lascia ben sperare.
Una cosa, comunque, è certa: all’avventura non c’è mai fine.
Frédéric Thébault, in arte Tébo
Tébo si conferma una volta di più essere perfettamente a proprio agio con l’umorismo spregiudicato e anticonformista (e anche un po’ assurdo). Nonostante abbia avuto carta bianca per la realizzazione di questo albo, ha tirato fuori dal cilindro un albo fortemente caratterizzato dal proprio stile, sia grafico che umoristico, ma totalmente rispettoso dello spirito e delle storie di Peyo.
Il suo è un omaggio riuscitissimo e molto divertente, che può piacere a tutti i tipi di lettori di fumetti, che siano giovanissimi o più attempati, perché Qui est ce Schtroumpf ? è una bellissima bande dessinée e una delle più belle storie degli Schtroumpf.
Qui est ce Schtroumpf ?
dai personaggi di Peyo
storia, disegni e colori: Tébo
Le Lombard
cartonato
colore
pag. 56
04/2023