Author: Anders Ge.
A ottant’anni di distanza, esce il seguito de Il Raggio U di Edgar P. Jacobs, scritto da Jean Van Hamme che, a 84 anni, è più in forma che mai, ed omaggia il creatore di Blake e Mortimer.
Calder, Sylvia, Walton, Mac Duff e Adji lasciano l’Isola Nera con un campione di Uradio in loro possesso. Il professore Marduk riesce finalmente a mettere a punto il prototipo del Raggio U, che diventa un’arma di distruzione di massa. Nel frattempo, l’imperatore Babylos III di Austradia assalta l’Isola Nera per rubare tutto l’Uradio presente nell’arcipelago.
Jean Van Hamme (creatore, tra l’altro, di XIII, Largo Winch, Thorgal e I Maestri dell’Orzo), che a 84 anni sembra più in forma che mai, scrive una storia di fantascienza retro-futuristica, di Verniana memoria, dal fascino antico e pulp, ambientata in un universo parallelo in cui Austradia e Norlandia combattono una guerra spietata, fatta anche di complotti, intrighi e spionaggio.
A ottant’anni dalla pubblicazione de Il Raggio U, l’autore belga dà così seguito alla prima opera originale di Edgar P. Jacobs, creata nel 1943 per la rivista Bravo!, prima di entrare a far parte degli studi di Hergé nel 1944, per dare risposta a tutte quelle domande rimaste sospese alla fine del volume precedente. Nata per riempire il vuoto causato dalla censura imposta sui fumetti americani dal Reich durante l’occupazione tedesca del Belgio, come il Flash Gordon di
Alex Rymond di cui Bravo! pubblicava le avventure, Il Raggio U (pubblicato, in bianco e nero, a puntate tra il 1943 e il 1944) è un’avventura di fantascienza pulp che soddisfa tutte le prerogative del genere. Nella storia troviamo infatti macchine avveniristiche, antiche civiltà, mostri più o meno fantastici (compresi gli immancabili dinosauri, un must dell’epoca), esplorazione di terre misteriose, scienze occulte, avventura e romanticismo.
La trama ruota attorno alla ricerca di un metallo chiamato Uradio, che permetterà la creazione di un’arma potentissima chiamata, appunto, Raggio U. Ma, nonostante il tema della storia sia la corsa agli armamenti, in particolare alla creazione di un’arma definitiva, rispecchiando gli anni in cui è stata scritta la storia, questa cosa è vissuta dai protagonisti in modo estremamente positivo e leggero, lasciando che le implicazioni ed i pericoli di questa corsa all’arma più potente di tutte, solo come un accenno di sottofondo, di certo non un pensiero fondamentale.
Con La Freccia Infuocata, oltre a dare una continuazione alla storia, Van Hamme prova a correggere quelle carenze dell’opera originale, dando ad esempio un ruolo di maggior spessore ai personaggi femminili o appartenenti a etnie diverse da quelle dei protagonisti. Sono esplorati anche temi importanti come quello della colonizzazione e di ciò che ne deriva, come schiavitù,
saccheggi e violenza ai danni delle popolazioni indigene locali. Temi che negli anni Quaranta non erano affrontati, specialmente in un paese che possedeva, esso stesso, delle colonie.
Ciononostante, malgrado il lavoro svolto, non è stato possibile prendere le distanze completamente da alcuni stereotipi dell’epoca, che mostrano ancora i limiti dell’originale, a riprova del non facile lavoro svolto per mantenere un equilibrio tra una necessaria modernizzazione ed un doveroso rispetto verso l’opera originale.
Per la parte grafica, i disegni sono affidati a Etienne Schréder e Christian Cailleaux, con gli ottimi colori di Bruno Tatti. I due disegnatori si sostituiscono a Jacobs in modo convincente, sfoggiando un tratto magnifico, chiaro e preciso, che da superbamente risalto al dettaglio ed alla pulizia del disegno. Tavole straordinarie si susseguono una dopo l’altra, rispettose della logica stilistica ed architettonica, ideata da Jacobs per il suo mondo alternativo. È un piacere seguire l’azione che si dipana, pagina dopo pagina, tra cielo, mare e la terra.
Dal punto di vista stilistico, il rispetto per l’opera di Edgar P. Jacobs è indubbio. La parte letteraria e quella visiva sono perfettamente in linea con quelle originali e riportano alla mente gli anni del fumetto classico. È comunque evidente che gli autori, pur senza snaturare la forma, hanno cercato di rendere il tutto più veloce e “al passo con i
tempi”, rendendo più dinamiche le scene e meno “ingrombante” il testo.
Il risultato è un’opera molto vintage nell’aspetto e nella lettura, che farà la gioia di tutti gli amanti del retrò, ma che cerca di essere, per quanto possibile, dal passo più odierno e contemporaneo.
Operazione riuscita per chi la considera come un omaggio all’autore e all’opera originale, un po’ meno per chi di questo seguito non ne sentiva il bisogno e vorrebbe solo leggere una storia d’avventura perché, diciamolo onestamente, le avventure di Blake e Mortimer sono invecchiate molto bene, Il Raggio U non molto.
Seguito inatteso di un fumetto uscito la bellezza di ottanta anni fa, La Fiamma Ardente è un tributo da parte di uno dei più grandi autori di fumetti, cresciuto con le storie di Jacobs, leggendole ed amandole negli anni della loro pubblicazione originale. Farà la gioia di tutti i fan del creatore di Blake e Mortimer, o almeno di buona parte di loro (e io sono tra quelli). Ma piacerà probabilmente anche agli estimatori dei classici, che avranno l’occasione di tornare, pur con tutti i difetti del caso, negli anni Quaranta della Nona Arte ancora una volta.
Jean Van Hamme
Avendo già lavorato su parecchie delle nuove storie delle avventure di Blake e Mortimer (L’affare Francis Blake, Lo strano appuntamento, La maledizione dei trenta denari 1: Il manoscritto di Nicodemo, La maledizione dei trenta denari 2: La porta di Orfeo e L’ultimo Espadon, seguito diretto della trilogia de Il Segreto dell’Espadon), Van Hamme conosce molto bene la cifra della scrittura jacobsiana e, dimostrando una volta di più di essere un grande autore, firma una bande dessinée che sarebbe certamente piaciuta anche allo stesso Jacobs, tanto è rigorosa nel rispetto dell’opera originale. Lo stesso dicasi per i disegni di Schréder e Cailleaux, anche loro già al lavoro sulla coppia di personaggi di Jacobs (in particolar modo il primo) che catturano tutta l’essenza del tratto originale, supportando e completando alla perfezione il lavoro di scrittura.
Edgar P. Jacobs
La Freccia Infuocata è un album che si legge con il sorriso sulle labbra, per riscoprire il candore degli anni Quaranta e quella scintilla di gioia ingenua che avvolgeva le storie d’avventura di quegli anni. La Flèche Ardente (La Freccia Ardente) è un delizioso ritorno ai vecchi fumetti franco-belgi degli anni Quaranta e Cinquanta. La semplicità e l’aspetto antiquato della storia, che sembra uscita direttamente dagli anni Quaranta, non sfuggiranno a nessuno, ma per Van Hamme così come per i disegnatori, si tratta ancora una volta di rendere omaggio a Edgar P. Jacobs rispettando sia la scrittura che l’atmosfera visiva. E da questo punto di vista, il contratto è rispettato e il fascino di questo albo dalla linea chiara che mescola avventura, spionaggio e fantascienza ha le carte in regola per sedurre i nostalgici del maestro.
Un fumetto che si ispira ai vecchi albi franco-belgi degli anni ’40. La semplicità e l’aspetto antiquato tipici dei fumetti
dell’epoca sono evidenti, ma questo è usato dagli autori per rendere omaggio a Edgar P. Jacobs, rispettandone sia la scrittura che l’atmosfera visiva tipiche della bande dessinée di quegli anni. Nonostante la semplicità della storia, l’albo riesce a mescolare sapientemente avventura e fantascienza, spionaggio e sentimenti, in un miscuglio che ha tutti i numeri per affascinare i nostalgici del genere e dell’autore. Ma non solo.
Prima di Blake e Mordimer 2 –
La Freccia Infuocata
(Avant Blake et Mortimer T2 — La Fleche Ardente, 2023)
dai personaggi di Edgar P. Jacobs
storia
Jean Van Hamme
disegni:
Etienne Schréder
Christian Cailleaux
colori:
Bruno Tatti
Alessandro Editore
cartonato
colore
pag. 48
05/2023