Author Anders Ge.
Il fumetto, fin dai suoi albori, è sempre stato in una posizione sottoposta, rispetto alla letteratura. È però importante non fermarsi alla “semplice” analisi letteraria, ma capirne il linguaggio, per comprendere quale sia il loro contributo rispetto alla letteratura.
Gemma, talentuosa illustratrice, esasperata dalle continue intromissioni della ex moglie e dei figli del neo-marito Charles, più vecchio di lei, accetta di trasferirsi con lui in un paesino di campagna, lontano da Londra, Belville in Normandia. Gemma è affascinata dallo stile di vita della campagna francese, della sua semplicità fatta di vicinato cordiale, profumi e cose vere, uno stile così diverso dalla vita precedente nella metropoli londinese. Ma la vita nel bocage, seppure affascinante, ha i suoi limiti: il vicinato è meno cordiale di quanto possa sembrare, l’autenticità si rivela abbastanza contraffatta, Charles perde il suo smalto e la noia non tarda a farsi sentire. Gemma trova così un amante, Hervé, un ricco ragazzo dei dintorni. Raymond Joubert, il panettiere del paese, affascinato (ed ossessionato) dalla bella inglese — nella quale vede la personificazione di Emma Bovary, la protagonista di Madame Bovary, il romanzo di Gustave Flaubert — diventa il cronista della sua vita amorosa e della sua decadenza, che porterà ad un epilogo da cui nessuno uscirà illeso.
L’approccio al rapporto tra letteratura e fumetto attraverso l’adattamento è ambivalente: nell’adattamento, il fumetto rimane in una situazione di subordinazione alla letteratura — il cui punto di vista ne ribadisce la sua secondarietà — ma allo stesso tempo, non conformandosi alla relazione unilaterale tra opera (opera letteraria) e adattamento (fumetto), permette di riconsiderare i fatti. È importante non fermarsi alla “semplice” analisi letteraria, ma capire e fare proprio il linguaggio del fumetto, perché la questione non è dimostrare che i fumetti sono importanti e stimolanti al pari della letteratura, quanto invece mostrare quale sia il loro contributo rispetto alla letteratura, come i fumetti si avvalgano della loro (presunta) “marginalità”, per avvantaggiarsi della memoria culturale della letteratura, decostruendo i processi creativi e “stuzzicando” i suoi criteri culturali.
Gemma Bovery, come adattamento di Emma Bovary di Flaubert, interpreta perfettamente il rapporto arte/fumetto, costituendo una riflessione sul fenomeno (in questo caso, in realtà, da considerarsi più un meta-adattamento), dandoci così la possibilità di vedere come il fumetto possa (permettersi) di “nutrirsi” della — e di — letteratura.
Posy Simmonds non è un’autrice molto nota nel nostro paese e, probabilmente è anche una delle più sottovalutate del panorama fumettistico. Oltre a Gemma Bovery (Hazard Edizioni, 2001), sicuramente l’opera che l’ha fatta conoscere maggiormente, nel nostro paese si trovano solo la graphic novel del 2007 Tamara Drew (Nottetempo, 2011) — entrambe trasportate in film, rispettivamente nel 2014 e nel 2010 — una breve storia sul volume della serie Little Lit dal titolo Little Lit. Strane storie per strani ragazzi (Mondadori, 2002) — insieme a storie di* Art Spiegelman, Paul Auster* e Jacques De Loustal, Crockett Johnson e altri nomi di rilievo — più una serie di sketch sulla raccolta a cura Steven Heller — tra le altre cose direttore artistico del New York Times per 33 anni, per 30 nella New York Times Book Review e attuale co-presidente del dipartimento MFA Designer as Author — Comics sketchbooks. Gli schizzi degli artisti più creativi del momento (L’Ippocampo, 2012). La scarsa traduzione delle sue opere in Italia è un vero peccato, perché l’autrice inglese, classe 1945, è una delle cartoonist più ispirate e capaci.
Pubblicato dapprima sulle pagine del quotidiano inglese The Guardian e, successivamente, raccolto in volume nel 1999, Gemma Bovery è stato fin da subito accolto molto positivamente dalla critica, non solo di settore. Come nel romanzo di Gustave Flaubert, la storia racconta di come la vita reale della protagonista venga sopraffatta e “sostituita” da quella dei suoi desideri, delle sue aspettative e dei sogni. È abbastanza fedele all’originale. Non segue la vita della protagonista in modo continuo, concentrandosi invece su alcuni momenti cruciali della sua vita. La “fedeltà” intellettuale dell’autrice inglese all’opera dello scrittore francese, che traspone nell’epoca moderna, porta la graphic novel ad essere una rilettura puntuale del bovarismo di Flaubert. Gemma pensa infatti al suo “essere” esclusivamente in termini di stile, passando da uno all’altro a seconda del momento. Non sarà però “vittima” della lettura di romanzi d’amore, ma di moderne riviste di moda e styling, affondando sempre più profondamente in intricate complicazioni economiche e sentimentali, proprio come la sua controparte letteraria. Non bisogna però fare l’errore di equiparare il fumetto a un’imitazione dell’opera, una “ripetizione” di ciò che è già stato detto, cosa che ne farebbe venire meno l’aspetto più importante: Posy Simmonds, infatti, non si limita a ripetere Flaubert, ma ne riprende il tema dell’imitazione, la passione, l’incapacità di controllare le proprie passioni e la confusione tra vita e arte, sottoponendolo alla critica (anche feroce) del fumetto.
Attraverso il furto di alcuni diari, lettere e altri documenti privati di Gemma, il panettiere Raymond Joubert, colto ex sessantottino — che prima di rilevare la panetteria appartenuta al padre, ha avuto un passato lavorativo nell’editoria — ricostruisce la vita della giovane inglese, della quale è ossessionato, trasferitasi a Belville dalla città. Mischiando testo dattiloscritto dallo stesso Joubert, a momenti scritti a mano da Gemma, avremo l’opportunità di gettare uno sguardo alla sua complicata vita sentimentale. Faremo così la conoscenza della ex moglie del marito Charles e del suo amante Hervé, ed anche di Patrick, critico culinario ex di Gemma. È Joubert, che da subito nota — e fa notare — la similitudine dei nomi tra la protagonista del dramma ottocentesco (Emma Bovary) e quello della moderna inglese (Gemma Bovery), non perdendo occasione per rimarcarne anche le similitudini nelle loro rispettive vicissitudini. Joubert fantastica continuamente di poter controllare la vita della giovane inglese, con ogni mezzo, arrivando anche ad inviare a Gemma fotocopie con estratti di Madame Bovary, romanzo di cui è ossessionato e di cui lei, nelle fantasie dell’uomo, diviene una proiezione della giovane protagonista. Del resto, è evidente come l’uomo sia l’alter ego dell’autore del romanzo, cosa resa ancora più verosimile dall’assonanza tra i cognomi dei due, Flaubert e Joubert. Il suo critico “disprezzo” nei confronti della protagonista delle sue fantasie è riconducibile direttamente a quello dello scrittore francese nei confronti del comportamento della protagonista del suo celebre romanzo. Cosa che non impedisce a Joubert di invaghirsi di Gemma, provando gelosia e astio nei confronti dei suoi amanti (leciti o illeciti che siano). Attraverso Joubert si legge la denuncia alla società consumistica e ai suoi cliché, a cui Gemma finisce per aderire, la metafora economica, la denuncia dei comportamenti e dell’estetica che la società moderna “prescrive” per le donne, i cliché sessuali ai quali la donna si sottomette, aderendovi. Tuttavia, non si può non evidenziare il fatto che anche lo stesso Joubert sia vittima di quei modelli che denuncia. Tra l’altro, la sua posizione di spia e di lettore del diario — che lui stesso ha trafugato — ne fanno una specie di voyeur, che non smette di compiacersi di fronte a fatti, anche molto intimi, della vita di Gemma. Ma la giovane inglese, comunque, non è la bionda sciocca che Joubert pensa: se è vero che Gemma è soggetta agli imperativi della moda e dello stile, è vero anche che in più di un’occasione lancia un occhio critico sul dispotismo dell’apparenza di cui è (e siamo) vittima.
Stilisticamente, Posy Simmonds gioca con gli schemi del fumetto lavorando sulle tavole in modo molto duttile, mischiando testi dattiloscritti e testi scritti a mano, con immagini e iconotesti, in un mix che dà vita ad una combinazione particolarmente virtuosa. I disegni a matita sono bellissimi e sontuosi. Descrivono perfettamente gli scenari e i personaggi, con una quantità di espressioni non indifferente. Un disegno che nella sua (finta) semplicità è invece meravigliosa arte. Le tavole sono costellate di note, cartine, elenchi ed anche splendidi disegni eseguiti in stile vittoriano. Questo, contestualmente alle soluzioni testuali, apporta efficacia e ricchezza al realismo ed alla narrazione, rafforzando l’efficacia dell’opera dell’autrice (a partire dal particolare formato “verticale e stretto”).
Posy Simmonds
Posy Simmonds s’impadronisce dell’opera originale restituendo al lettore una rielaborazione attuale e rispettosa, nella quale inserisce anche tematiche attuali. Nessuno è completamente bianco o nero, cosa che rende i personaggi molto umani ma anche simpatici (chi più e chi meno). Questo a dispetto dei loro caratteri, dei loro difetti e delle loro azioni — non sempre delle più cristalline. I brani del diario di Gemma sono schietti e sinceri e nonostante il suo comportamento, abbastanza egoista, non si riesce ad odiarla. Quello che ci viene restituito è un personaggio estremamente vero, una donna borghese appartenente al ceto medio, annoiata, con un marito indifferente, intrappolata in una vita che non corrisponde alle sue aspettative e dalla quale non può sfuggire, ma vittima anche di una sua certa superficialità che la porta (troppo) spesso ad invaghirsi di un’idea, salvo poi abbandonarla e disdegnarla dopo breve. In fondo un comportamento molto umano, in cui per molti non sarà difficile identificarsi.
Posy Simmonds
Gemma Bovery
(Gemma Bovery, 1999)
storia e disegni: Posy Simmonds
traduzione: Sergio Rossi
Hazard Edizioni
cartonato
colore
pag. 112
2001