Author: Anders Ge.
Michael Cho, noto per il suo lavoro come illustratore e per alcune Variant Cover realizzate per Marvel Comics e DC Comics, debutta come autore completo con una graphic novel “Piccoli Furti”. Vediamo come se la cava.
Il lavoro nell’agenzia pubblicitaria consente a Corrina di mantenersi, ma scrivere slogan pubblicitari destinati a profumi per bambine non è esattamente quello che desiderava. Non è il motivo per cui si è laureata in letteratura. Lei voleva diventare una scrittrice, invece quasi non scrive più, bloccata da un’apatia esistenziale che l’attanaglia e non l’abbandona. Da un piccolo paese si è trasferita in una grande città (non sappiamo quale, ma in fondo non è importante), dove vive in un bel monolocale che condivide con la sua scatenata gatta Anais. Non ha veri amici e le sue uniche conoscenze sono quelle strette sul posto di lavoro. Nonostante l’apprezzamento dei colleghi ed il relativo successo professionale, la sua vita è un continuo malessere e non si sente a proprio agio in un mondo che percepisce come distante ed estraneo. Unico sollievo sono i piccoli furti che ogni tanto commette. Nulla di particolare, piccoli oggetti, per lo più riviste. Piccoli furti, appunto, dettati non dalla necessità ma dal bisogno di evadere, di trasgredire. Un riscatto nei confronti di un’esistenza che sembra averla presa in ostaggio priva di speranze per un futuro migliore. Ma forse non è così, forse c’è ancora speranza.
Edito per Rizzoli/Lizard, Piccoli furti (Shoplifter, Pantheon, 2014) è la prima opera da autore completo del canadese, di origine sudcoreana, Michael Cho, già noto per il suo lavoro come illustratore e nel mondo dei comics soprattutto per le belle variant cover realizzate per Marvel Comics e DC Comics. Debutto promosso, anche se non a pieni voti.
Vediamo perché.
Rappresentazione dello smarrimento esistenziale, molto comune tra i giovani d’oggi, pericolosamente in bilico tra i propri sogni e la realtà, Piccoli furti è una descrizione generazionale comune un po’ a tutti noi. Corrina assomiglia a molti suoi coetanei, che hanno nella rassegnazione il loro peggior nemico: la vita che conduce è deludente principalmente per l’inerzia con cui la porta avanti e non aiuta di certo il vivere in un mondo che predilige le conoscenze superficiali e virtuali, in cui i legami solidi, veri, sembra non esistano più. Le delusioni sono in agguato e l’aprirsi agli altri è sempre più difficile. La graphic novel di Cho restituisce un’impeccabile immagine generazionale della società. Il racconto ed i dialoghi non sono mai esagerati. I personaggi, come le situazioni in cui vengono a trovarsi, risultano veritieri e credibili. Tutto è ben dosato e calibrato in modo da restituire uno spaccato di vita verosimile e non forzato. Potrebbe quindi sembrare l’alchimia perfetta, ma quanto introdotto dall’autore risulta abbastanza stereotipato, dando una sensazione di déjà-vu durante tutta la lettura. Uno sviluppo ulteriore e più approfondito avrebbe dato alla graphic novel un maggior spessore. Siamo lontani, per intenderci, dalla profondità degli “spietati” ritratti generazionali dipinti da autori come Adrian Tomine e Daniel Clowes. Si tratta comunque di una buona storia che dimostra il talento, soprattutto grafico, dell’artista, ma che lascerà un po’ deluso chi si aspetta qualcosa di più profondo.
Stilisticamente ci troviamo di fronte ad un’impostazione classica e confortevole, che risulta particolarmente adatta alla storia raccontata. Il tratto utilizzato è delicato e dal sapore retrò, vicino a quello del compianto Darwyn Cooke, ma comunque personale. Molto piacevole la scelta di utilizzare il rosa come unico colore, unitamente al bianco e al nero, che dona un aspetto raffinato e piacevole alle tavole.
In conclusione, le novanta di pagine di Piccoli furti si leggono molto piacevolmente e la sua realizzazione è impeccabile, anche se forse un po’ di maniera. Ed è in questa assenza di coraggio nell’osare di più che sta il vero problema del fumetto dell’autore canadese, la cui trama non ha uno sviluppo molto originale, anche a causa di un soggetto di cui si è già ampiamente scritto e che qui non esce dai binari classici del tema. Stando a quanto dichiarato da Cho, Piccoli furti rappresenta il primo racconto di una serie connessi tra loro, ed è con grande interesse che attendiamo di leggere le prossime pubblicazioni della serie per capire se e come si evolverà lo stile e lo spessore narrativo dell’autore. L’inizio è comunque molto incoraggiante.
(restando in attesa di future pubblicazioni)
Piccoli Furti
Rizzoli / Lizard
2017