Author: Anders Ge.
Pubblicato anche con il titolo di Anni senza fine, City è un libro ancora attuale, considerato il capolavoro di Clifford D. Simak.
L’umanità è scomparsa dal pianeta Terra, migrata verso Giove per creare una nuova e più elevata civiltà. Sul Pianeta Azzurro, restano solo pochi esseri umani e la razza dominante diventa quella dei cani, che prima dell’abbandono del pianeta da parte dell’uomo è stata da questi mutata ed evoluta geneticamente ottenendo il dono della parola. Ad aiutarli nelle varie attività giornaliere sono i robot.
Col passare del tempo, anni, secoli, millenni, l’uomo diventa un vago ricordo, una figura mitologica a cui i cani non sanno più dare una reale forma e connotazione. Chi erano? Cosa facevano? Dove vivevano? Ma soprattutto, sono mai esistiti veramente gli uomini?
L’uomo diventa così un mistero, un simbolo di tempi remoti, storie da raccontare ai bambini, vere e proprie leggende.
Poi ci sono le formiche che lentamente puntano alla conquista del pianeta.
Unico testimone nel tempo è Jenkins, robot già esistente all’epoca in cui gli umani abitavano la Terra.
Considerato il capolavoro dell’autore, City, pubblicato anche con il titolo di Anni senza fine e premiato nel 1953 con il prestigioso International Fantasy Award, è un perfetto esempio di questa tipologia del genere, che si concentra sul rapporto dell’essere vivente con la società che lo circonda, l’ambiente e la spiritualità. I cani, che con il passare del tempo perdono la conoscenza e la capacità di credere nell’uomo che diviene così mito e leggenda, una figura per alcuni nata dall’esigenza di avere un essere superiore come via e guida, sono un chiaro riferimento al rapporto dell’uomo con la religione e la spiritualità.
Il libro si compone in origine di otto racconti, scritti tra la metà degli anni Quaranta ed i primi anni Cinquanta, ambientati in epoche differenti a partire dal 2008 fino all’anno 14000 e ci mostra, con momenti di grande forza ed intensità, il destino dell’essere umano e del mondo in cui vive attraverso i vari discendenti dell’importante famiglia Webster e del loro robot Jenkins, vero punto d’incontro ed anello di congiunzione tra le varie epoche e gli accadimenti.
A questi racconti ne fu aggiunto un nono nel 1971, quando Simak tornò a parlarci del robot Jenkins con un epilogo ambientato nell’anno 1000000.
Scritto come omaggio in occasione della morte di John W. Campbell, lo storico direttore della prestigiosa Astounding Science Fiction, che diresse ininterrottamente dal 1937 al 1971, anno della sua morte, il racconto si rivelò uno struggente epilogo alle vicende narrate fino a quel momento e ne chiude il ciclo con incredibile forza.
«La tecnologia è positiva quando dà comodità e tempo libero, quando migliora il nostro modo di vivere»
[Clifford D. Simak]
City è uno di quei libri che trascende il genere letterario a cui appartiene, riuscendo a parlare su piani diversi al lettore e a quella parte nascosta dentro di lui. Forte emozioni e pensieri profondi sono racchiusi tra le sue pagine. Un libro che fa e riflettere profondamente.
Clifford D. Simak
Classe 1904, originario del rurale Wisconsin, Clifford Donald Simak si laureò in giornalismo, professione che lo vide impegnato per tutta la vita parallelamente a quella di scrittore, attività quest’ultima che lo portò ad essere considerato uno dei massimi esponenti della letteratura fantascientifica dell’epoca d’oro, nonché a ricevere vari e prestigiosi riconoscimenti letterari. Insieme a Ray Bradbury è considerato uno dei migliori scrittori della fantascienza umanistica, che predilige l’approccio sociale a quello tecnologico.
da sinistra a destra, dall'alto: Anni Senza Fine (1953, 1964, 1992, Urania, Mondadori) - City (2016, Urania, Mondadori)